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Climate Summit, dai grandi emettitori servono più ambizioni

L’assenza di grandi paesi inquinanti mina gli sforzi per accelerare l’azione globale sul clima e dare slancio verso la COP28

Il commento del WWF dopo il Climate Ambition Summit di New York

Il WWF accoglie con favore gli impegni climatici assunti al Climate Ambition Summit ospitato alla sede delle Nazioni Unite a New York, ma avverte che questi annunci non sono sufficienti per la correzione di rotta necessaria per limitare il riscaldamento a 1,5°C.

Nonostante impegni deboli assunti da qualcuno dei partecipanti, il WWF è stato lieto di vedere sviluppi positivi su diversi fronti. Il Brasile, ad esempio, ha annunciato che migliorerà il suo NDC (impegno nazionale) e punterà a zero deforestazione entro il 2030. Alcuni Paesi hanno anche annunciato nuovi finanziamenti per progetti climatici e per ricostituire il Fondo verde per il clima. Il sindaco di Londra e il governatore della California hanno dimostrato come le città e gli stati possano fare la differenza.

Ci sono stati anche appelli a riformare le istituzioni finanziarie globali e affinché i Paesi si impegnino ad eliminare i combustibili fossili, con Tuvalu e il “Movimento popolare asiatico per il Debito e lo Sviluppo” che hanno chiesto un trattato globale di non proliferazione dei combustibili fossili. Le Isole Marshall hanno annunciato che aderiranno alla Beyond Oil and Gas Alliance.

Ma la notevole assenza di alcuni dei paesi più inquinanti e di forti impegni per eliminare i combustibili fossili mostra un enorme divario nelle ambizioni di coloro che sono maggiormente responsabili dell’emergenza climatica che stiamo affrontando.

Manuel Pulgar-Vidal, responsabile globale su clima e dell’energia del WWF e già presidente della COP20, ha dichiarato: “Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha fissato un livello elevato di nuovi impegni per partecipare a questo vertice. Chiaramente, alcuni Paesi e attori lo hanno rispettato, con graditi annunci di investimenti e politiche, e molti relatori hanno dimostrato un’autentica ambizione climatica, condividendo storie di attuazione di successo da tutto il mondo. Ancora una volta, i Paesi meno responsabili della crisi climatica e più colpiti hanno dimostrato di essere i più impegnati nell’azione per il clima.

“La partecipazione era subordinata alla presenza di annunci significativi da fare. Ma la notevole assenza di molti dei più grandi inquinatori del mondo dimostra la poca attenzione che nutrono per la cura del nostro Pianeta. Addirittura, mentre era in corso il Climate Ambition Summit, il Primo Ministro britannico ha annunciato l’indebolimento degli impegni politici a zero emissioni – appena due anni dopo aver ospitato la COP26”.

“L’Italia ha marcato visita al Summit sull’ambizione climatica, forse perché può vantare ben poco impegno e ancor meno successi. –aggiunge Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia-. Non ci rassegniamo e cercheremo di convincere un Paese che rischia di essere tra i più colpiti dagli effetti del riscaldamento globale e che, al contempo, se non comincia a correre sulla transizione rischia anche l’irrilevanza economica e il disastro sociale. A livello globale, ciò che è chiaro è che nei due mesi circa che mancano alla COP28 dovremo vedere un cambiamento significativo nella volontà politica. Tutti i leader dovrebbero trarre ispirazione dall’ambizione mostrata in questo vertice, e da coloro che chiedono azione nelle piazze come dalle tante aree colpite dagli effetti della crisi climatica, e lavorare per un accordo trasformativo alla COP28 che possa metterci sulla giusta strada per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C”.

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