Le good news di oggi
Dalla Germania alla Nigeria, passando per Zurigo. Torna l’appuntamento ormai ricorrente del mercoledì con le buone notizie per il Clima, che raccontano importanti passi di alcuni Paesi per il nostro futuro.
Il super ministero per l’economia del Clima in Germania
Il governo entrante tedesco sposta con decisione la quarta economia mondiale verso il clima. Rivendicando un nuovo super ministero per l’economia del clima, dell’energia e dei ministeri per l’ambiente e l’agricoltura, il partito dei Verdi dovrebbe avere i mezzi per plasmare l’agenda ambientale della Germania in un modo nuovo e più unificato. Nei governi passati i ministeri dell’ambiente e dell’economia hanno spesso spinto in direzioni opposte.
L’accordo di coalizione afferma che la Germania chiuderà la sua ultima centrale elettrica a carbone entro il 2030, otto anni prima di quanto previsto dal governo uscente. Entro lo stesso anno il Paese punta a trarre l’80% della sua energia da fonti rinnovabili. La produzione di energia dal gas sarà interrotta entro il 2040 e le caldaie a gas saranno vietate nei nuovi edifici e quelle esistenti saranno sostituite entro il 2030.
L’impegno per il Clima della Nigeria
La Nigeria e il primo grande paese in via di sviluppo a stabilire un budget per il carbonio. Il presidente Muhammadu Buhari ha riconfermato l’impegno di raggiungere lo zero netto entro il 2060, firmato durante il vertice sul clima COP26.
In molti hanno etichettato questo come un grande passo nella giusta direzione per la governance del clima africano, dal momento che la Nigeria è il paese più popoloso dell’Africa nonché il più grande produttore di petrolio del continente. La nazione africana ora fisserà budget di carbonio ogni cinque anni per monitorare i suoi progressi nella mitigazione delle emissioni: il primo budget sarà annunciato nel novembre 2022, con obiettivi di riduzione di uno e cinque anni.
Basta combustibili fossili per riscaldare gli edifici a Zurigo
Domenica scorsa il 62,6% della popolazione dello Stato di Zurigo (il più grande stato della piccola Svizzera) ha detto sì alla fine dei combustibili fossili nel riscaldamento degli edifici. Il regolamento vieta il nuovo o la sostituzione del vecchio sistema di riscaldamento con petrolio o gas a meno che i costi del ciclo di vita del sistema rinnovabile siano superiori di oltre il 5% rispetto alle sue alternative fossili. Allo stesso tempo sono stati concordati altri regolamenti edilizi come l’eliminazione graduale dei sistemi di riscaldamento elettrico diretto. La CO2 procurata dalle attività di riscaldamento è dopo il trasporto, la fonte più importante di CO2 in Svizzera.
Sempre domenica la città di Winterthur ha avuto la possibilità di votare per lo zero netto entro il 2040 o 2050 e ha deciso di optare per l’azzeramento entro il 2040 nella sua nuova costituzione.