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Il Vertice ONU sui Sistemi Alimentari

In vista della prima riunione a Roma, il WWF pubblica il nuovo documento “10 regole d’oro per un sistema alimentare di valore"

La prima riunione di bilancio del UN Food Systems Summit, dal 24 al 26 luglio a Roma

C’è un evento di importanza globale in arrivo a Roma nei prossimi giorni, che si avvicina nel silenzio quasi generale ma che è cruciale per le decisioni che le istituzioni devono prendere sul futuro delle persone e del Pianeta. Dal 24 al 26 luglio, l’Italia ospiterà la prima riunione di bilancio del Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari, un momento fondamentale per i 193 Paesi membri dell’ONU per riferire sui progressi compiuti a livello nazionale dal Vertice del 2021 e sui loro contributi al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, da qui la denominazione “UN Food Systems Stocktaking Moment”.

10 regole d’oro del WWF per un sistema alimentare di valore

Mentre sul piano globale sono tante le raccomandazioni formulate dalle organizzazioni del settore nei giorni scorsi, il WWF Italia pubblica il documento di approfondimento: “10 regole d’oro per un sistema alimentare di valore: come costruire in Italia un futuro sostenibile per le persone e l’ambiente”.

  • 10 regole d’oro per un sistema alimentare di valore
    10 regole d’oro per un sistema alimentare di valore

    Come costruire in Italia un futuro sostenibile per le persone e l’ambiente

La prima causa di perdita di biodiversità, anche in Italia

Per prima cosa è necessario essere consapevoli, a tutti i livelli, che l’attuale sistema alimentare è la prima causa della perdita di biodiversità, anche in Italia, uno dei Paesi europei con maggior ricchezza floristica e faunistica, ma anche che la salute delle persone dipende direttamente dalle condizioni di salute dell’ambiente. Grande influenza su questo binomio uomo-ambiente ce l’ha quello che scegliamo – e siamo messi in grado di selezionare – per la nostra tavola.

La responsabilità dei Sistemi Alimentari su salute dei cittadini e ambiente

Il documento di raccomandazioni al governo affronta in dieci passi tutti gli aspetti di criticità del nostro sistema alimentare e propone delle soluzioni non impossibili, ma al contrario indispensabili per evitare l’escalation di impatti e problematiche su ambiente e società, su cui la scienza ci sta avvisando da decenni.

Uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti chimici – che impoveriscono i suoli, fanno strage di biodiversità e causano problemi alla salute dei cittadini – elevati sprechi alimentari, allevamenti intensivi che provocano inquinamento e dipendenza dal mercato globale delle commodity che causano deforestazione, pesca eccessiva che sta depauperando il Mediterraneo. Ma anche lo spettro di nuove diseguaglianze sociali (soprattutto nelle zone più colpite da gravi fenomeni climatici), l’applicazione di una Politica Agricola Comunitaria (PAC) che rischia di lasciare l’obiettivo europeo dell’agroecologia solo sulla carta, la dipendenza dai combustibili fossili e la scarsa programmazione di politiche del cibo a livello nazionale, urbano e metropolitano.

Intensive pig farm

Questi sono i temi che il rapporto affronta proponendo soluzioni per accompagnare le decisioni del governo e dei tanti portatori di interesse. A queste considerazioni si aggiunge l’analisi sul cambiamento di abitudini di consumo da parte dei cittadini: pur essendo l’Italia, la patria della dieta mediterranea, nel nostro Paese si stanno sempre più diffondendo abitudini alimentari scorrette che stanno portando a un aumento dei fenomeni di sovrappeso e obesità (4 adulti su 10 e 1 bambino su 5 in Italia sono in sovrappeso) con tutte le problematiche che ne conseguono.

Intervenire subito partendo dai Sistemi alimentari nazionali

Questi e molti altri problemi affliggono un settore che necessita di una transizione all’insegna della sostenibilità e dell’ecologia per invertire la rotta e restituire al cibo il suo valore intrinseco che sia in grado di tutelare biodiversità e clima, tanto quanto i diritti di lavoratrici e lavoratori, fino alla salute e sicurezza dei cittadini – afferma Eva Alessi, responsabile sostenibilità presso il WWF Italia – Nel nostro paese l’agricoltura è il quarto settore per emissioni di gas serra e consuma la percentuale maggiore di acqua dolce, ben il 60% del consumo totale. Siamo il secondo Paese europeo per consumo di pesticidi, con 400 sostanze diverse autorizzate. Perdiamo 57 km2 di suolo all’anno alla velocità di 2 metri quadrati al secondo, come se ogni anno cementificassimo una superficie grande come Bologna. L’80% delle terre impiegate in agricoltura è destinata ad allevamenti sempre più intensivi. La domanda di pesce è salita così in alto che già oggi i 2/3 dei prodotti ittici che consumiamo provengono dai paesi in via di sviluppo. In Italia oltre 4 milioni di tonnellate di cibo vengono perse ogni anno prima di arrivare sugli scaffali dei supermercati o degli alimentari, per un valore di oltre 9 miliardi di euro. Grande responsabilità anche nelle nostre case: gli italiani sprecano più di mezzo chilo di cibo a testa a settimana, circa 27 kg di cibo buttato all’anno”.

Il rapporto del WWF non evita di affrontare anche le tematiche più “calde” e recentemente discusse sia sul piano pubblico che istituzionale, come l’influenza della speculazione finanziaria sull’andamento dei costi delle materie prime, di fronte a cui “gli agricoltori diventano un semplice ingranaggio di una macchina complessa guidata dalle potenti corporazioni agricole, da poche grandi multinazionali e da molti operatori intermediari”. Da qui l’esigenza di riportare su un piano di volontà politica la regolamentazione e la tutela del mercato. Altro tema di grande attualità è quello della ricerca sui cosiddetti “novel food”, dalla carne colturale alle farine di insetti, nei confronti della quale il WWF ha svolto una considerazione approfondita a cui intreccia i temi di sicurezza alimentare e nutrizionale nel rispetto di una applicazione rigorosa del principio di precauzione con una adeguata valutazione del rischio per cittadini e ambiente e che, fondamentalmente, guardino all’alimentazione in maniera olistica ed ecologica tenendo presente in ogni momento che quello che nuoce all’ambiente nuoce alla nostra salute. Di grande interesse anche il capitolo dedicato ai diritti di lavoratori e lavoratrici nel nostro Paese, argomento troppo poco dibattuto e su cui si chiede al governo di porre l’attenzione necessaria, senza tralasciare nessun settore. Per il WWF infatti l’equità nel mondo del lavoro e nel rispetto della dignità dei lavoratori nelle campagne e nel settore della pesca, di quei lavoratori che costruiscono di fatto la filiera del cibo, è un tema che è spesso all’attenzione della comunicazione mediatica ma che sul piano delle decisioni di governo non vede una soluzione che dia sufficienti garanzie, soprattutto quando coinvolge produzioni basate su modelli industriali.

Proteggiamo il nostro futuro partendo dal cibo

L’alimentazione è la leva più importante per accedere ad un futuro di benessere per uomo e natura. È necessaria e urgente una transizione ecologica verso una maggiore sostenibilità ambientale, economica, sociale e di governance del cibo. Dobbiamo iniziare dalla dieta, dalle filiere che rispondono alle nostre necessità quotidiane, in qualità di cittadini e decisori, per sovvertire paradigmi che ci hanno condotto al collasso: una reale transizione è possibile, dal campo e dal mare fino alla tavola. Senza un vero cambiamento le future generazioni erediteranno un pianeta gravemente “danneggiato” in cui gran parte della popolazione soffrirà sempre più di malnutrizione e malattie prevenibili.

Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità WWF Italia

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