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No alla deregulation venatoria

Un emendamento alla Legge di Bilancio stravolge la gestione faunistica italiana, consentendo la caccia nelle aree protette

Una pagina vergognosa per la tutela dell’ambiente in Italia

“Una pagina vergognosa per la tutela dell’ambiente in Italia”, così il WWF definisce l’emendamento alla Legge di Bilancio che stravolge la gestione faunistica italiana. Il provvedimento, inserito senza alcuna giustificazione nella Legge di Bilancio, introduce una norma che consentirà di cacciare nelle aree protette e persino nelle aree urbane, tutte le specie e per tutto l’anno.
È pericolosissimo prevedere la possibilità di cacciare in città e in parchi e riserve naturali che sono frequentati da cittadini, escursionisti, bambini (magari impegnati in attività di educazione ambientale). Già oggi sono decine ogni anno le persone – anche del tutto estranee alla caccia – vittime di “incidenti” di caccia, figuriamoci cosa potrà accadere se si consentiranno battute di caccia nei nostri centri urbani.
Viene da chiedersi se i parlamentari che stanno votando a favore di questo provvedimento si rendano effettivamente conto di cosa stanno approvando e se sono pronti anche ad assumersene le responsabilità.
Il provvedimento non ha alcuna giustificazione tecnico-scientifica e non è un caso che la norma ridimensioni fortemente il ruolo di ISPRA affidando direttamente la gestione faunistica ai cacciatori e ad organi regionali non ben identificati. Viene ridimensionato anche il ruolo dei Carabinieri Forestali che diventa solo “eventuale” e ridotto a questioni tecniche e di coordinamento delle azioni di prelievo.
Viene totalmente ignorata la recente riforma della Costituzione che oggi all’art. 9 tutela “la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni”: Governo e Parlamento stanno abdicando a gestire la fauna, patrimonio indisponibile dello Stato, affidandosi totalmente ai cacciatori.
Siamo poi di fronte ad una palese violazione delle direttive e dei trattati europei che esporrà il nostro Paese a procedure d’infrazione che poi saremo tutti chiamati a pagare.
Si sta per introdurre nel nostro Paese una caccia senza regole mascherata da attività di controllo. Un’attività che peraltro non porrà alcun freno alla proliferazione dei cinghiali perché si continua ad insistere nell’errore di affidare ai cacciatori la gestione faunistica, nonostante sia stata proprio la caccia a determinare, prima, l’immissione dei cinghiali a scopo venatorio in tante parti d’Italia e, dopo, il loro aumento attraverso sistemi di caccia sbagliati che determinano il disgregamento dei branchi moltiplicando il successo riproduttivo.

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