L’occasione persa dal governo
Ad agosto scorso il governo e la maggioranza che lo sostiene hanno perso l’occasione di sanare un vulnus: quello di non aver inserito gli ecoreati, a cominciare dal disastro ambientale, tra i delitti per cui è possibile, vista la loro particolare gravità e complessità, prorogare i termini di improcedibilità previsti dalla riforma della giustizia, approvata in prima lettura dalla Camera.
Estate di fuoco
Quella appena trascorsa è stata un’estata drammatica, segnata da roghi che hanno devastato, secondo i dati dell’European Forest Fire Information System (Effis) della Commissione europea, ben 140.000 ettari di boschi, che ci ha confermato quanto il nostro patrimonio naturale sia esposto alle minacce della criminalità ambientale. E non a caso il governo ha deciso, con un decreto, di inasprire ulteriormente le sanzioni per chi si rende responsabili di questi veri e propri disastri ambientali.
Nuovo appello delle associazioni
Anche per questa ragione, proprio in vista della discussione della Riforma della Giustizia prevista domani in Senato, le associazioni rivolgono di nuovo al governo Draghi e alla guardasigilli Marta Cartabia con questo appello:
“Rinnoviamo l’appello al governo e alla maggioranza che lo sostiene, perché affinché in sede di approvazione al Senato della cosiddetta riforma Cartabia o nel primo provvedimento utile, si inseriscano gli ecoreati previsti dal Titolo VI bis del Codice penale, a cominciare da quello di disastro ambientale, includendo anche quello relativo agli incendi boschivi (art. 423 bis del Codice penale), tra quelli per cui viene garantito tutto il tempo necessario per fare giustizia” .
Lo hanno firmato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele, Donatella Bianchi, presidente del WWF e Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Ivana Borsotto presidente FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario).