Il governo impugna la moratoria
In Sardegna si sta consumando una battaglia che non sarebbe mai dovuta iniziare.
La transizione energetica rappresenta una grande opportunità per l’isola e sarebbe grave se, per errori, ritardi o strumentalizzazioni, si rinunciasse ad un obiettivo unico nel panorama nazionale e non solo: il passaggio diretto dall’energia da fonte fossile a quella da fonte rinnovabile.
La mobilitazione spontanea di comitati locali merita attenzione perché è una risposta ad un numero di richieste oggettivamente improponibile rispetto agli stessi obiettivi che la Regione è chiamata a rispettare in termini di produzione energetica da fonti rinnovabili. Allo stesso tempo, non si può non denunciare chi, per interessi economici legati all’energia fossile, sta cavalcando la protesta, confondendo richieste con progetti operativi e puntando su un modello energetico in continuità con quello attuale – dal carbone al metano – che non risolve una situazione grave che vede oggi l’energia prodotta in Sardegna provenire per il 75% da fonti fossili.
Che la mancanza di pianificazione rappresenti un serio problema per le energie rinnovabili è sotto gli occhi di tutti. Che in Sardegna questo problema abbia potenzialmente dimensioni eccessive lo dice l’evidenza dei numeri delle richieste pendenti rispetto agli obiettivi che la Regione è chiamata a rispettare. Che in Sardegna interessi economici legati all’energia fossile stiano cercando di strumentalizzare la battaglia per la difesa del territorio che da più parti è stata intrapresa è purtroppo un dato evidente. Che questa strumentalizzazione stia portando alla diffusione di notizie false che non giovano al confronto è altrettanto evidente.
Per il WWF è necessario coniugare decarbonizzazione e natura
La risposta della moratoria con legge regionale costituiva uno strumento facilmente attaccabile e il WWF Italia lo ha evidenziato sin da subito, pubblicamente e attraverso le audizioni in commissione consiliare. Il WWF da sempre sostiene che solo una pianificazione partecipata possa dare risposte risolutive, in grado di garantire il giusto equilibrio tra l’indispensabile e non rinviabile processo di decarbonizzazione e la tutela dei valori naturalistici e paesaggistici dei territori.
Sarà interessante vedere come la Corte costituzionale dirimerà la questione sollevata dal Governo, ma al tempo stesso è importante non interrompere il processo di pianificazione che in Sardegna è stato avviato. Come correttamente dichiarato dalla Presidente Todde, sulle energie rinnovabili bisogna andare avanti salvaguardando il territorio. Questo vuol dire pianificare e quindi individuare non solo obiettivi, ma anche percorsi per raggiungerli, a partire dalla identificazione delle aree idonee e una diversa inclusione delle voci del territorio.
Le energie rinnovabili rimangono una priorità assoluta perché il cambiamento climatico è una priorità assoluta e, ben più di quanto non si percepisca, incide negativamente anche su biodiversità e paesaggio.
C’è però in Italia un problema di assetto normativo che va meglio definito e il contenzioso costituzionale aperto dallo Stato con la Regione Sardegna ne è la prova. Proprio al fine di sostenere le energie rinnovabili non va lasciato spazio a processi speculativi che, in assenza di una pianificazione pubblica, possono portare a localizzazioni sbagliate e ad un eccesso di richieste: in Sardegna proprio questo eccesso, nonostante sia evidente a tutti che la gran parte delle richieste avanzate non si concretizzerà, ha finito per avvelenare il dibattito e viziare il confronto.
Per affrontare in modo costruttivo queste problematiche, il WWF, insieme a FAI e Legambiente, ha indicato in un documento suddiviso in 12 punti come si dovrebbe procedere. Qui la sintesi del documento.
La pianificazione condivisa e, quindi, partecipata è certamente un processo faticoso, ma possibile quanto risolutivo. Da sempre, per questo, come WWF abbiamo raccomandato il coinvolgimento dei comuni, oltre a quelli di tutti i portatori di interesse particolari e generali.
Il WWF chiede alla Regione Sardegna, e in particolare alla Presidente Todde, di candidarsi ad essere la prima Regione carbon free, dunque totalmente affrancata dall’energia fossile. Chiede di completare rapidamente il lavoro di pianificazione avviato per determinare le localizzazioni dei nuovi impianti salvaguardando al tempo stesso quei valori ambientali che fanno della Sardegna uno scrigno di biodiversità e bellezza in mezzo al Mediterraneo.