L’oasi di Orti-Bottagone compie trent’anni. Il 12 aprile 1991 infatti furono acquistati ufficialmente i primi 42 ettari dal WWF Italia, con Fulco Pratesi che venne a Piombino a firmare dal notaio il contratto di compravendita. Tanto è stato fatto da allora per salvaguardare quest’area umida, dalla lotta contro i cacciatori che si ostinavano a volerci esercitare la caccia, a lotte contro impianti eolici e fotovoltaici nei paraggi, per non parlare di tutti i problemi dell’area industriale limitrofa. Nonostante siano passati trent’anni, ancora oggi molti di questi problemi sono all’ordine del giorno, ma gli animali per fortuna non si sono ancora stancati di frequentarla, nonostante i grandi tralicci che l’attraversano,nonostante l’area sia tagliata in due da una strada dove il limite di velocità non è quasi mai rispettto, nonostante le sei pale eoliche proprio sulla rotta migratoria, e sia in costruzione un nuovo porticciolo che ha deviato le correnti comportando la diminuzione di acqua marina.
“Qualcosa siamo riusciti a bloccare, ma non tutto – sottolinea la responsabile dell’Oasi , Silvia Ghignoli – perché gli interessi economici troppo spesso vincono sulla conservazione della natura. Ma noi continueremo a lottare affinché tutto ciò che sta intorno alla riserva non venga antropizzato e che non diventi veramente un’oasi in mezzo al deserto. Grazie a tutti coloro che hanno fatto in modo che l’oasi potesse nascere e potesse arrivare ad oggi, in particolare a Paolo Maria Politi, Stefano Benucci e Luca Becherucci. Quindi, buon compleanno Orti Bottagone!”
L’acquisto dei primi 42 ettari – cui se ne aggiunsero poi altri 11 – fu il bellissimo risultato di una colletta promossa tra tutti i soci del WWF Toscana, quando si sentiva forte e diffusamente il bisogno di proteggere la natura vicino a noi. Ora, dopo tanta fatica, Orti-Bottagone è Riserva Naturale, Zona Ramsar e Zona Speciale di Conservazione.
“Ricordo bene quel momento del 1991 – ricorda Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia – che coronò una vicenda iniziata anni prima quando un ragazzo di Piombino, Stefano Benucci, volle accompagnarmi a vedere un sito che secondo lui avrebbe potuto diventare un’Oasi WWF. Ricordo da una parte la situazione che Silvia, l’attuale responsabile ha illustrato con dovizia. Ma, allo stesso tempo mi convinsero le peculiarità di quella superstite palude, in cui la flora e la fauna che allora potei osservare, rappresentavano le premesse per un futuro che, negli anni successivi si è magnificamente rivelato, con presenze e nidificazioni inaspettate (come quella del raro falco pescatore), riconoscimenti pubblici, ampliamenti importanti e attrezzature efficaci e razionali. Il tutto per merito dei tanti generosi volontari che oggi festeggiano il trentesimo anniversario di Orti Bottagone”.
L’area è una palude relitta costiera costituita da due zone umide contigue ma molto diverse tra loro. Il simbolo dell’Oasi è il falco di palude.