Fu tra i fondatori, nel 1966, del WWF Italia
Solo il 22 dicembre 2024 ho saputo dalla nipote Barbara – conduttrice del programma televisivo “Forum” della scomparsa di Fabrizio Palombelli, suo zio, mio carissimo amico e membro del piccolo gruppo che nel 1966 fondò il WWF Italia
Grande documentarista – ex cacciatore divenuto appassionato difensore della natura attraverso documentari, come quello intitolato “Fauna sarda” nel quale denunciava l’estinzione dell’ultimo daino di Sardegna, indigeno dell’isola – Fabrizio Palombelli accompagnò la neonata Associazione fino dai suoi inaspettati successi, come quelli legati alle prime Oasi.
Nel numero 3 di Panda del 1968 scrisse l’articolo “Il WWF e la caccia” nel quale spiegava la posizione del WWF, che si opponeva alla definizione, propria dei cacciatori (che allora erano 1.600.000 e in rapida crescita) degli animali selvatici come “selvaggina”. Per colpa (anche) della caccia e di quella visione miope della fauna selvatica si stavano condannando molte specie, come il cervo sardo, la starna italica, il gobbo rugginoso ed altre, all’estinzione.
Si pensi che allora – nel pieno delle nostre battaglie contro la caccia e la creazione di Oasi in difesa degli uccelli migratori in esse protetti (un suo documentario “Turisti con le ali” li difendeva), una diffusa associazione venatoria aveva la sigla A.N.U.U. che significava Associazione Nazionale Uccellatori e Uccellinai (oggi, per decoro, trasformata in “migratoristi”!).
La caccia era consentita fino in primavera e molte specie, oggi finalmente protette, come il lupo, la lontra, il gufo reale l’aquila e tante altre erano considerati dalla legge “animali nocivi da eliminare con ogni mezzo”.
Al grande Fabrizio Palombelli vada il commosso ricordo del Consiglio Direttivo, dei tanti Soci che hanno avuto l’onore e il piacere di conoscerlo e di tutto il WWF Italia.
Fulco Pratesi, Presidente Onorario WWF Italia