L’ABC DELLE FORESTE TEMPERATE
La foresta boreale è caratterizzata da un numero relativamente basso di specie arboree per via delle condizioni fisiche dell’ambiente e della regione (clima, geologia, geomorfologia, ecc.).
Le specie principali sono l’abete rosso, l’abete bianco, i pini e i larici, ma si incontrano anche latifoglie come pioppi, betulle e ontani lungo i corsi d’acqua e vicino ai bordi di stagni e laghi.
A causa delle basse temperature invernali, in queste foreste non si trova una grande varietà di specie animali e vegetali. Molti degli animali infatti vanno in letargo o migrano durante l’inverno.
All’interno della fascia temperata, le foreste di latifoglie contengono la più elevata biodiversità. Sono infatti ricche di specie arboree, come le querce e gli aceri, ma anche di specie animali come l’orso bruno, il lupo, la lince e i picchi. È possibile trovare le foreste temperate di latifoglie anche nell’emisfero meridionale, a latitudini più o meno equivalenti rispetto a quelle del nord del Pianeta.
La foresta mediterranea si trova nella zona costiera del Mediterraneo, ma anche in California, in alcune zone del Cile, in Africa meridionale e in Australia occidentale.
CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ
La foresta boreale, spesso indicata con il termine di origine russa “taiga”, rappresenta circa un terzo di tutta l’area forestale totale della Terra.
Le foreste montane e le foreste costiere di conifere appartengono alla tipologia delle foreste boreali, benché si possano trovare a latitudini inferiori, laddove le condizioni di suolo e clima lo consentano.
Il fuoco di origine naturale ha un ruolo importante nella successione di alcuni boschi boreali. Il confine settentrionale della foresta boreale corrisponde al limite del bosco artico: a nord di questo limite generalmente non crescono alberi, a causa del permafrost. Qui il bioma della foresta boreale incontra il bioma della tundra.
A sud delle foreste boreali, le estati si allungano e aumentano le precipitazioni piovose: siamo nel regno delle foreste decidue dominate da querce, faggi e pioppi. Spostandoci ancora più a sud, le temperature si fanno più calde e le estati sono secche: compaiono alberi e arbusti adattati a queste difficili condizioni, piante con foglie coriacee e sempreverdi, come la sughera, il leccio e i pini.
LE MINACCE
Le principali cause della deforestazione sono l’espansione urbana, l’agricoltura, le estrazioni minerarie e petrolifere, lo sfruttamento legnoso e le nuove infrastrutture.
Le zone boschive sono sottoposte a uno sfruttamento eccessivo, oltre che soggette alla minaccia del fuoco e degli incendi forestali, tra le prime cause di erosione delle foreste.
Le foreste temperate settentrionali sono colpite dalla deforestazione illegale, con un giro d’affari di centinaia di milioni di dollari a discapito degli ecosistemi e delle popolazioni locali.
Ampie superfici di foresta, in tutto il mondo, vengono disboscate o bruciate per creare spazio a insediamenti umani, miniere e pascoli.
I cambiamenti climatici stanno portando inoltre allo scioglimento del permafrost e a uno spostamento verso nord del limite degli alberi, a danno del bioma della tundra, liberando grandi quantità di anidride carbonica rimasta intrappolata nei ghiacci per migliaia di anni.
COSA FA IL WWF
Promuoviamo lo sfruttamento sostenibile delle foreste attraverso la certificazione FSC, la conservazione delle specie carismatiche come i grandi carnivori e la lotta ai cambiamenti climatici. Alcune oasi, come quella di Valtrigona in Trentino, tutelano gli ecosistemi forestali delle Alpi e molte altre i boschi di latifoglie e mediterranei.