L’ABC DELLE MONTAGNE
Il movimento delle placche sulla superficie terrestre per la “tettonica a zolle” determina la collisione e l’innalzamento delle catene montuose in diverse aree del Pianeta. Qui si vengono a creare condizioni climatiche ed ecologiche che ricordano quelle polari, con estati brevi e inverni lunghi, freddi e nevosi. La disposizione geografica delle catene montuose determina poi localmente le condizioni specifiche del clima, della vegetazione e dei popolamenti animali.
Le catene montuose più recenti in tempi geologici (come le Alpi, l’Himalaya, le Ande e le Montagne Rocciose) si sono originate 34 milioni di anni fa e sono ancora in crescita. Altre, come gli Appalachi americani, si sono elevate centinaia di milioni di anni fa, e da allora hanno subito fenomeni di erosione che ne hanno modellato i rilievi arrotondati e poco elevati.
CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ
Il sistema alpino-himalayano è uno dei più estesi sistemi montuosi del pianeta. Si estende per migliaia di chilometri e include Monti Cantabrici, Pirenei, Cordigliera Betica, Atlante, Madonie, Appennini, Giura, Alpi, Carpazi, Monti della Transilvania, Balcani, Caucaso, molte catene asiatiche fino all’Himalaya e ai monti dell’Indocina, oltre alle cordigliere americane.
Le Ande in Sud America e le Montagne Rocciose in Nord America rappresentano un lunga serie di vette montuose disposte in senso nord-sud. Rispetto alle catene montuose disposte est-ovest, come le Alpi o l’Himalaya, hanno influenzato di meno lo spostamento delle specie viventi durante le glaciazioni.
Durante le glaciazioni quaternarie, infatti, gran parte di Europa, Asia e Nord America era coperta dalla calotta glaciale. Le specie quindi si sono spostate a sud alla ricerca di rifugi. Al ritiro dei ghiacci, sono rimaste isolate sulle montagne, dove hanno trovato le condizioni ecologiche e di clima idonee. Sono i cosiddetti “relitti glaciali” che ancora oggi sopravvivono sulle nostre montagne: la pernice bianca, i galliformi di montagna e molti fiori montani.
LE MINACCE
Negli anni recenti, l’inaccessibilità delle zone montuose è venuta meno. La colonizzazione della montagna è dovuta allo sfruttamento delle risorse minerarie e forestali o a motivi di svago. Sono così iniziati processi di degrado e distruzione.
Lo sfruttamento delle risorse forestali interessa i boschi di tutte le montagne del pianeta e in molti paesi avviene in modo illegale. Anche l’esplorazione mineraria ha compromesso l’integrità di molte aree montuose del pianeta. Negli ultimi decenni, inoltre, lo sviluppo del turismo a livello globale ha comportato la costruzione di impianti turistici per gli sport invernali, portando milioni di persone in quota in modo facile e agevole. Gli habitat di montagna vengono spesso distrutti per far posto a strade, hotel, impianti sportivi, impianti di produzione idroelettrica ed eolica. I piani di sviluppo economico non integrati con la tutela del paesaggio e della biodiversità possono determinare l’estinzione di molte specie animali e vegetali. I cambiamenti climatici degli ultimi decenni, inoltre, hanno contribuito ad amplificare l’effetto delle minacce già esistenti.
COSA FA IL WWF
La lotta al cambiamento climatico è al primo posto per la conservazione delle montagne del Pianeta. La sopravvivenza di molte specie animali e vegetali è legata all’azione di contenimento e mitigazione degli effetti climatici in rapido cambiamento. Sosteniamo pertanto gli accordi internazionali per il clima, promuovendo l’efficienza energetica e la produzione di energia rinnovabile, sviluppata nel rispetto del paesaggio e della biodiversità.
Lavoriamo anche per fermare la deforestazione e sviluppare strategie di adattamento, specialmente tra le comunità vulnerabili e per gli ecosistemi fragili alpini. Molte regioni montuose, come l’Himalaya orientale, sono densamente popolate e il numero di abitanti in forte crescita mettono sotto pressione gli ecosistemi montani. Cerchiamo quindi di preservare la biodiversità dei paesaggi di montagna promuovendo mezzi di sussistenza sostenibili per le persone che vi abitano.
Il nostro impegno si attua anche in favore delle specie maggiormente minacciate, come il gorilla di montagna, il leopardo delle nevi, il panda e la pernice bianca sulle Alpi.