L’ABC DEGLI ANFIBI
Nonostante sia un gruppo alquanto diversificato per dimensioni e abitudini, gli anfibi sono strettamente legati agli ambienti di acqua dolce in diverse fasi del loro ciclo vitale: dalla deposizione delle uova, prive di guscio rigido, alla metamorfosi dei girini.
La metamorfosi è un affascinante processo in cui i girini dotati di branchie e pinne per nuotare, si trasformano gradualmente in animali terrestri con zampe e polmoni, in grado quindi di respirare anche sulla terraferma.
Peculiarità degli anfibi è la pelle molto permeabile e vascolarizzata, ricca di ghiandole che producono uno strato di muco, necessario per mantenere la cute umida e assorbire ossigeno dall’ambiente esterno. La pelle ha un ruolo determinante nella respirazione.
CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ
Durante il periodo riproduttivo rane, rospi e raganelle emettono particolari richiami per attrarre le femmine. L’ululone (Bombina spp.), un piccolo rospo che vive anche in Italia, emette un inconfondibile richiamo, un debole e regolare “uh-uh-uh”, che rimbomba ritmicamente nell’ambiente circostante.
L’Italia ospita 44 specie, di cui il 31% endemiche come la salamandra di Lanza (Salamandra lanzai) presente unicamente in Piemonte, il tritone sardo (Euprotto playcephalus) che vive in alcune aree circoscritte della Sardegna orientale o il caratteristico proteo (Proteus anguinus), presente in una piccola area carsica del fiume Isonzo.
I maschi delle 4 specie di tritone che vivono in Italia presentano creste dorsali anche molto appariscenti come quella del tritone crestato italiano (Triturus carnifex).
Le salamandre italiane, vivono nel sottobosco umido e possiedono, come anche altre specie di anfibi, delle ghiandole della pelle con secrezioni tossiche, innocue per l’uomo, ma che sono all’origine di molte leggende popolari.
I geotritoni (Speleomantes spp.) vivono in ambienti rocciosi, grotte e crepacci. Non possiedono polmoni, e respirano solo attraverso la pelle. Su un totale di 8 specie, ben 7 si trovano in Italia.
Oltre 20 specie di rane, raganelle e rospi (Anuri) si trovano in Italia, di cui alcune rare e fortemente minacciate come il pelobate fosco (Pelobates fuscus), il discoglosso sardo (Discoglossus sardus) e la rana di Lataste (Rana latastei).
LE MINACCE
Inquinamento delle acque, trasformazione dell’habitat e relativa frammentazione dovuta all’incessante urbanizzazione, cambiamento climatico, competizione con le specie aliene, prelievo illegale per scopi amatoriali e alimentari, nonché le malattie infettive: sono questi i principali fattori che stanno determinando il declino di molte specie degli anfibi della nostra Penisola tanto che il 36% di essi è minacciato di estinzione.
Tra tutti, l’inquinamento e pratiche agricole intensive, come l’uso di pesticidi, sono alcuni trai i fattori di maggior rischio. La pelle degli anfibi rappresenta una via primaria di esposizione ad inquinanti negli habitat agricoli sia acquatici sia terresti, grazie alla sua elevata permeabilità che facilmente permette la diffusione di agenti chimici. A questo si aggiungono patologie come la chitridiomicosi, un’infezione provocata da un fungo (Batrachochytrium dendrobatidis) particolarmente virulento che colpisce la pelle, il sistema nervoso degli anfibi adulti e l’apparato boccale delle loro larve, ed è responsabile del declino degli anfibi in tutto il mondo.
COSA FA IL WWF
Siamo impegnati in azioni concrete rivolte alla salvaguardia degli anfibi e negli ultimi anni abbiamo promosso la campagna “One Million Ponds” per favorire la tutela, il ripristino e la creazione di piccole zone umide in tutta Italia a favore di rane, rospi, ululoni dal ventre giallo, raganelle, tritoni e salamandre.
La regione più attiva è certamente la Toscana, dove da 30 anni i volontari del WWF, sul finire dell’inverno, promuovono iniziative per tutelare il periodo riproduttivo di rane, rospi e raganelle e salvarli da morte sicura dall’investimento da parte delle auto. Considerato che le Oasi del WWF custodiscono un prezioso patrimonio di zone umide, sono molte le riserve che svolgono un ruolo fondamentale per la conservazione degli anfibi. Nell’Oasi WWF Riserva naturale regionale Le Bine (MN-CR), nell’ambito del progetto europeo LIFE Gestire 2020, lavoriamo per favorire la popolazione di rana di Lataste e il ritorno del tritone crestato italiano.
Anche altre Oasi WWF si sono attivate per proteggere gli anfibi: nell’Oasi di Vanzago (MI) nel corso degli ultimi anni sono stati creati circa 20 nuovi stagni di diverse tipologie. L’Oasi di Valpredina, nelle Prealpi bergamasche, ha creato negli ultimi anni ben 11 piccoli invasi artificiali per aiutare le popolazioni di rane, rospi, tritoni e salamandre. Nell’Oasi WWF di Alviano, in Umbria, abbiamo realizzato diversi piccoli e grandi stagni con acqua permanente (di falda) e sistemato le pozze naturali. Ne hanno beneficiato specie come il tritone crestato e il tritone punteggiato, oltre a rane e rospi.
Per evitare che questi animali rimangano intrappolati, WWF Young, ha preparato un vademecum per i Comuni in cinque punti: dalla tutela e pulizia dei piccoli invasi, all’installazione di rampe di risalita sui bordi di pozzi, cisterne e specchi d’acqua artificiali.